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Emil Cioran

Aforismi, frasi celebri e citazioni di Emil Cioran

Emil Cioran
Filosofo, scrittore, saggista rumeno
La morte è uno stato di perfezione, il solo alla portata di un mortale.
Proverbio cinese: "Quando un solo cane si mette ad abbaiare a un ombra, diecimila cani ne fanno realtà". Da mettere in epigrafe a ogni commento sulle ideologie.
Non si scrive perché si ha qualcosa da dire ma perché si ha voglia di dire qualcosa.
Tutto è superfluo. Il vuoto sarebbe bastato.
Si è e si resta schiavi finché non si è guariti dalla mania di sperare.
Colui che avendo frequentato gli uomini si fa ancora delle illusioni sul loro conto, dovrebbe essere condannato alla reincarnazione.
Quando si sa che ogni problema è un falso problema si è pericolosamente vicini alla salvezza.
Ammettendo l'uomo la natura ha commesso molto più di un errore di calcolo: un attentato a se stessa.
La conversazione è feconda soltanto fra spiriti dediti a consolidare le loro perplessità.
L'unico modo di conservare la propria solitudine è di offendere tutti, prima di tutti, coloro che si ama.
Dio: una malattia dalla quale immaginiamo di essere stati curati perché nessuno ai nostri giorni ne rimane vittima.
Un tempo, davanti a un morto, mi chiedevo: "A che gli è servito nascere?". Ora mi faccio la stessa domanda davanti a ogni vivo.
Obiezione contro la scienza: questo mondo non merita di essere conosciuto.
Vivo solo perché è in mio potere morire quando meglio mi sembrerà: senza l'idea del suicidio, mi sarei ucciso subito.
Ho tolto di mezzo Dio per bisogno di raccoglimento, mi sono sbarazzato di un ultimo seccatore.
Soltanto gli ottimisti si suicidano. Gli altri, non avendo alcuna ragione per vivere, perché dovrebbero averne una per morire?
Un libro deve frugare nelle ferite, anzi deve provocarle.
Chiunque, per distrazione o per incompetenza, fermi sia pure per poco l’umanità nella sua marcia è un benefattore.
Vivo solo perché è in mio potere morire quando meglio mi sembrerà: senza l'idea del suicidio, mi sarei ucciso subito... Ciò che mi ha salvato è stata l'idea del suicidio.
Quando la feccia sposa un mito, preparatevi a un massacro o, peggio ancora, a una nuova religione.
Sbarazzarsi della vita è privarsi del piacere di riderne.
La vita è una scuola di separazione.
Non è parlando degli altri, ma curvandosi su di sé, che ci è possibile incontrare la Verità. Perché ogni cammino che non conduce alla nostra solitudine o non ne proceda, è deviazione, errore, perdita di tempo.
Bisognerebbe rinunciare a cercare l’essenza delle cose. È una brutta piega presa dalla nostra mente questo voler fissare in ogni occasione l’evanescente e scovarne la ragione durevole. Non c’è niente dietro a niente. Ma può esserci qualcosa in noi. È a questo che è necessario aggrapparsi.